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La valutazione del dolore muscolo scheletrico attraverso il modello biomeccanico della Manipolazione fasciale

organizer icon Presentato da Fascial Manipulation by Stecco

Sala 1

Giorno domenica, 9 de marzo

Ora di inizio 9:15 - 10:15

Durata 1h

Lo studio del tessuto fasciale si è notevolmente evoluto nel corso degli ultimi decenni. Da mero tessuto di riempimento, a organo di “protezione” per organi più nobili, fino ad essere considerato elemento imprescindibile per la trasmissione delle forze muscolari, il tessuto connettivo fasciale è stato oggetto di approfondite speculazioni e teorie supportate da indagini anatomiche, fisiologiche e strumentali.

La sua anatomia, che lo rappresenta in modo ubiquitario nel nostro organismo a contatto con tutti gli altri tessuti, non solo quello muscolare, e specializzato a seconda del distretto e delle necessità meccaniche in capsule, legamenti, aponeurosi, setti intermuscolari, lo rendono capace non solo di trasmettere ed adattare le trazioni muscolari, ma anche di coordinarle, assorbendo sopra di se le varie forze direzionali e imprimendo al distretto anatomico su cui queste forze muscolari agiscono, una direzione motoria univoca che rappresenta il riassunto di tutte le forze in gioco.

Questo risponde ad una necessità coordinativa derivata dal fatto che in ogni nostro distretto articolare agiscono diversi vettori muscolari per ciascuna azione motoria che intendiamo realizzare; la loro attivazione, modulata dal sistema nervoso attraverso i meccanocettori periferici (fusi neuro muscolari e organi tendinei del Golgi, anch’essi inseriti nel tessuto connettivo fasciale), viene quindi riassunta sul piano fasciale in cui questi muscoli si inseriscono e trasmessa all’articolazione che può quindi spostare nella direzione voluta il nostro segmento corporeo.

Ecco perché Luigi Stecco, nei suoi anni di ricerca sulla fisiologia della fascia, ipotizza che l’unità miofasciale (UMF) debba essere considerata elemento coordinativo alla base del nostro sistema neuro muscolo scheletrico.

In funzione del movimento da realizzarsi, delle caratteristiche biomeccaniche, posturali e ambientali, le UMF possono coordinarsi con altre grazie alla ubiquitaria presenza della fascia, coinvolgendo altri distretti anatomici nello stesso movimento, realizzando continuità, che le dissezioni anatomiche confermano, in grado di coordinare l’azione muscolare sia durante movimenti segmentari semplici che per i gesti pluridirezionali e plurisegmentari più complessi.

La valutazione del coinvolgimento di una di queste organizzazioni miofasciali avviene seguendo un processo logico deduttivo che si articola in 4 fasi: raccolta dati, formulazione dell’ipotesi, valutazione motoria e valutazione palpatoria. Questi ultimi due passaggi hanno dimostrato un ottimo grado di aQidabilità sia inter- che intra-operatore. Questo processo valutativo consente in modo rapido ed eQicace di risalire alla disfunzione/dolore che ci presenta la persona e quindi agire in modo diretto sulle aree fasciali densificate.

Mirco Branchini

Mirco Branchini

Fascial Manipulation by Stecco